Il Matajur

IL MONTE MATAJUR







Geografia

Il monte Matajur, alto 1641 metri, si trova nelle Prealpi Giulie, sul confine con la Slovenia.
Essendo una montagna abbastanza isolata, il suo profilo piramidale è visibile da tutta la pianura friulana.
Sulle sue pendici, nel versante italiano, si sviluppano le Valli del Natisone (Nediške Doline), mentre a nord, in Slovenia, vi è la vallata di Kobarid (Caporetto), dove scorrono il Natisone (Nadiža), prima di entrare in Italia lambendo le pendici occidentali del monte, e l'Isonzo (Soča), che scorre verso est, parallelo al confine; sul versante opposto di questa valle glaciale si puó vedere il primo baluardo delle Alpi Giulie, il Krn (Monte Nero).
Le Valli del Natisone si dividono principalmente in quattro vallate in cui scorrono verso sud sud-ovest, partendo dal fiume più orientale, il Natisone (vallata di Pulfero e San Pietro), l'Alberone, che nasce dalla congiunzione del torrente omonimo con il Rieka (vallata di Savogna), il Cosizza (vallata di Grimacco) e l'Erbezzo (vallata di S.Leonardo); di questi, soltanto l'Alberone ed il suo affluente, il Rieka, nascono dai versanti del Matajur, mentre i fiumi più orientali hanno la sorgente sulla catena del Kolovrat. Tra San Leonardo e Ponte San Quirino, dove terminano le Valli, tutti questi fiumi si ricongiungono al Natisone, che da qui prosegue il suo corso verso il torrente Torre.


dalla cima del Matajur

                                                Storia

PREISTORIA
Le prime tracce di  insediamenti umani sono state rinvenute nella grotta Velijka Jama, che è situata alle pendici del Matajur, e riasalgono al Neolitico e all' Età del Bronzo.

STORIA ANTICA
Tra il VII e il IV secolo a.C. calarono in Friuli i Gallo-Carni, colonizzando la zona e insediandosi anche sulle montagne. A ridosso dell'anno zero, formalmente queste zone entrarono a far parte dell'impero romano, come parte della regione della Gallia Cisaplina.

MEDIOEVO
Con la caduta dell'impero romano d'occidente del 476 d.C. per questi territori passarono diverse popolazioni tra i quali i Goti di Teodorico. Successivamente, nel 568 d. C, scese dalla Pannonia Alboino, re dei Longobardi, che, come riporta Paolo Diacono nel suo "Historia Langobardorum", salì sul "monte del Re" da cui si dominava la pianura friulana; alcuni hanno identificato tale montagna con il Matajur. Dal 690 in poi, sotto il dominio longobardo, giunsero alcune popolazioni slave che si insediarono stabilmente su queste montagne e in queste valli; un secolo più tardi, in corrispondenza della fine del regno longobardo, queste terre entrarono a far parte del Sacro Romano Impero carolingio, durante il quale gli insediamenti delle popolazioni slave perdurarono. Nel 1077, con l'avvento della Patria del Friuli, che era un'entità territoriale con forte autonomia all'interno dell'Impero, verrà riconosciuta una certa autonomia alla gastaldia d'Antro, la quale aveva giurisdizione su quasi tutte le valli del Natisone.
Queste zone, nel 1348, furono sconvolte da un terremoto e dalla famosa peste nera.

SERENISSIMA
Nel 1420 la Serenissima Repubblica di Venezia annesse il Friuli ai suoi domini e riconobbe alle Valli del Natisone una vasta autonomia esercitata attraverso l' arengo, un organo collegiale costituito dai capifamiglia della zona che in pratica attuava un autogoverno; venivano inoltre riconosciute delle esenzioni fiscali in cambio della difesa militare del confine; un ulteriore richiesta della Serenissima era di non abbattere gli alberi d'alto fusto, che servivano per il suo Arsenale. Nel 1474 i Turchi passarono per queste valli, che furono successivamente  flagellate anche dal terremoto del 1511.

NAPOLEONE E LA DOMINAZIONE AUSTRIACA
Nel 1797 il generale Bonaparte sconfigge la Serenissima Repubblica di Venezia, i cui territori, però, dopo la pace, furono ceduti all'impero d'Austria. Nel frattempo, a fine '700, iniziò l' emigrazione e il contrabbando in queste zone, e nel 1799 venne convocato l' arengo che chiese il suo riconoscimento ai nuovi padroni austriaci, i quali, però, non lo concessero: seppur non riconosciuto dalle autorità, l'arengo si riunì un'ultima volta nel 1804.
Nel 1806 tutto il Friuli venne annesso al regno d'Italia napoleonico, di cui fece parte fino al 1815, quando, con il congresso di Vienna, fu nuovamente annesso all'impero d'Austria.
Iniziò la dura e poco permissiva dominazione austriaca che durò fino al 1866, anno in cui questi territori furono annessi al regno d'Italia in seguito ad un plebiscito.

REGNO D'ITALIA e I GUERRA MONDIALE
Sotto il dominio Sabaudo le condizioni non migliorarono molto, e la leva obbligatoria non fu ben accolta dalla popolazione locale; ulteriore motivo di malcontento fu la tassa sul macinato di Quintino Sella che, assieme ad altri provvedimenti, limitava le possibilità di sostentamento delle classi più povere.
Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 le Valli del Natisone divennero immediatamente fronte di guerra contro l'impero Austro-Ungarico; nell'ottobre del '17 questa zona fu il teatro della celebre azione di Rommel, che contribuì allo sfondamento del fronte che portò alla cosiddetta Rotta di Caporetto, la quale causò l'esodo di gran parte della popolazione oltre il Piave. Nelle ultime fasi della guerra l'intero Friuli fu riconquistato dall'esercito italiano.
Con i trattati di pace di Versailles del 1919 furono annesse all'Italia anche l'Istria, Trento e Trieste, e le Valli del Natisone non costituirono più zona di confine, il quale fu spostato più a est.

FASCISMO e II GUERRA MONDIALE
Con l'avvento del fascismo nel 1922 si imposta una forzata italianizzazione delle popolazioni locali proibendo l'uso del dialetto, italianizzando cognomi e toponimi e attuando una politica non rispettosa delle minoranze.
Anche durante la seconda guerra mondiale queste zone furono caratterizzate da particolari conflitti e tensioni, in particolar modo, dopo l'8 settembre del 1943, questa zona fu annessa al terzo reich; parallelamente si svilupparono i movimenti di resistenza che però videro anche il contrapporsi tra fazioni filo-titine e anti-titine. Con la fine della guerra, il confine italiano tornò a passare a ridosso delle Valli del Natisone, anche se una sua precisa definizione verrà stabilita solo molti anni più tardi. Con il 2 giugno 1946 anche le Valli del Natisone diedero la maggioranza dei loro voti alla Repubblica Italiana, di cui d'ora in poi seguiranno le sorti.

Per ulteriori approfondimenti vi consigliamo la seguente bibliografia:
  • Paolo Petricig, "Valli del Natisone - Nediske Doline", Cooperativa Lipa editrice
  • P.S. Leicht, "Breve storia del Friuli", Libreria Editrice "Aquileia", 1970
  • "Matajur - In cammino sul monte", a cura della sezione del C.A.I. di Cividale del Friuli, 2005
  • Giuseppe Osgnach, "Il Matajur e la sua gente - Una vita - una lotta da ricordare", Graphart, 1982
  • G. Pilgram, W. Berger, "Le ultime Valli - camminate di confine in Friuli-Venezia Giulia", Forum Unikum, 2010
  • Gianfranco Ellero, "La Patria del Friuli - Un lungo percorso identitario", Provincia di Udine, 2008
  • Roberto Pensa, "Guida "Sentieri di pace" - sui passi della grande guerra tra Natisone e Isonzo", Pro Loco "Nediške Doline", 2007